• Parrocchia Sant'Andrea Apostolo di Pollenza
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Inizio

Storia della Parrocchia

storia_01Eretta Parrocchia nel secolo XVI e riconosciuta civilmente l’11 novembre 1986.
Iscritta nel R.P.G. Tribunale di Macerata il 15 giugno 1987 al n.72.

Codice fiscale 93009070439.
Abitanti 3.500.
Parroco: don Roberto Angelucci dal 1989.
Feste Patronali:
S.Biagio (3 febbraio) e S. Antonio di Padova (13 giugno).
Festa Parrocchiale: “Le Canestrelle” e del Ringraziamento, la  2° settimana di Luglio.

Come altrove, anche nel nostro paese , il cristianesimo “fu ristorato” dopo la bufera barbarica, e, “confermato dai monaci di San Benedetto e San Bernardo residenti, in tempi diversi, nell’Abbazia di Rambona e nelle sue filiali di San Biagio, S. Andrea, Santa Maria, S. Francesco; “fu rinverdito con spirito nuovo ed evangelico dai figli del Poverello di Assisi” e di S. Agostino, officianti le chiese di S. Lucia, S. Francesco, S. Giovanni ed infine “riorganizzato, difeso, rinsaldato” per mezzo del clero diocesano, diretto dalla Riforma del Concilio di Trento, che giunge fino a noi. (don Nazzareno Boldorini “L’Insigne Collegiata di S. Biagio” 1949).

Ogni paese ha la sua storia; la nostra storia è fortemente segnata dal cristianesimo, come d'altronde la storia dell’Italia e di tutta l’Europa.

L’origine di Pollenza risale al tempo dei Romani, abbiamo tanti documenti che lo attestano. Col passare dei secoli, il nome di Pollenza fu cambiato in Montemilone, dal nome del suo restauratore, successivamente è ritornato il nome Pollenza.


Nel corso dei secoli il paese andò soggetto ad invasioni barbariche e subì incendi e distruzioni, tra le quali quella del 1443, dalle milizie di Ciarpellone, capitano dello Sforza. Nel Medio Evo Monte Milone partecipò vivamente alle leghe municipali di conquista e di difesa; ha seguito prima la corrente ghibellina, poi quella ghuelfa. Fu Comune con il consiglio generale e di Credenza, equivalente all’odierna Giunta Municipale; ebbe statuto proprio e stemma, che conserva ancora oggi, formato di cinque colli sormontati da una croce greca in mezzo a due melograne.

 

Segui le Signorie dei Bonaccorsi e Lazzarini (Sec. XIV) e dei Varano (Sec.XV). Dopo l’incendio del 1443 la vita di Montemilone si svolse più o meno serena, fino alla Rivoluzione Francese, sotto il governo Pontificio. Seguirono le guerre Napoleoniche e quelle del Risorgimento. Degna di ricordo è la battaglia di Cantagallo tra Gioacchino Murat e gli Austriaci, combattuta nel nostro territorio nei giorni 2 e 3 maggio 1815. Essa è considerata la prima battaglia dell’Indipendenza Italiana.

In data 9 ottobre 1862 il paese riassunse l’antica denominazione di Pollenza (Don Nazzareno Boldorini op. cit.). Il resto della storia, possiamo dire è recente ed è noto a tutti.

 

LA NOSTRA PARROCCHIA

La Chiesa ha per missione la gloria di Dio, l’annuncio della sua Parola e la Salvezza delle persone alle quali comunica i tesori di luce e di grazia – la dottrina e i Sacramenti – donati all’umanità intera da Gesù.

Per tanti secoli, il mezzo principale scelto è stata, ed è ancora, la Parrocchia. Ogni paese aveva una Parrocchia e veniva chiamata Pievania o Matrice (Madre spirituale delle anime). Sua principale caratteristica era la presenza del Fonte Battesimale, unico – anche se c’ erano altre chiese – per tutto il paese.

Anticamente i nostri predecessori fino al 1471, riconobbero come Matrice la Chiesa di S. Bartolomeo, costruita presso la Porta del Colle, demolita ai primi del ‘700.


Successivamente, non si sa quando,  forse nel 1471 , e perché, la Parrocchia, col Sacro Fonte Battesimale, fu trasferita nella Chiesa di S. Biagio che ne fu l’unica posseditrice fino ai primi del ‘600, quando l’ebbe anche la Chiesa di S. Andrea con il titolo di Arcipretura e con oneri e onori di Parrocchia.

 

Anch’essa fu demolita per crollo nel 1907 e dall’area fu ricavata l’attuale Piazza Ricci. Dopo questa concessione, il titolo di Matrice rimase alla Chiesa di S. Biagio come ricordo dell’antica missione esercitata.

Come altrove, anche da noi, insieme alla Matrice esisteva un altro Beneficio con cura d’anime nella Chiesa di S. Andrea: aveva il titolo di Parrocchia senza possederne le principali prerogative, in primo luogo il Battistero, l’Archivio, la Messa pro Populo.

 

Il titolo parrocchiale di S. Andrea fu trasferito dal 1906 all’attuale Santuario di S. Antonio, dichiarato tale da un decreto vescovile l’11 settembre 1955, in occasione del Cinquantesimo di Sacerdozio di S. E. il Cardinale Fernando Cento e del Congresso Eucaristico Diocesano che ebbe sede nel nostro paese.

 

Praticamente fin dagli inizi del ‘600 nel nostro paese esistevano due Parrocchie con fedeli distinti non per zone o contrade, ma per famiglie. Tale usanza è rimasta fino al 1945. Il territorio delle due Parrocchie comprendeva tutto l’attuale Comune fino al Castello della Rancia incluso e alcuni terreni adiacenti.

 

Il territorio rimase soggetto fino al 10 marzo 1588 all’Archidiocesi di Camerino, poi alla Diocesi di Macerata. In tutto questo periodo e in seguito, la Parrocchia più importante con la Collegiata, è stata quella di San Biagio retta da un sacerdote chiamato Prevosto. Prima del 1500 apparteneva all’Ordine Benedettino, poi ai Cistercensi e veniva eletto dagli Abati di Rambona. Dal 1500 ad oggi, la prepositura di S. Biagio è stata retta da un Sacerdote diocesano. Per il mantenimento del Prevosto di S. Biagio e dell’Arciprete di S. Andrea pensavano i fedeli con la cosiddetta “decima”; dal 5 febbraio 1525, dietro accordo col Comune, approvato dal Papa, il mantenimento fu assunto dal Municipio e l’onere fu commutato nel versamento di 450 Fiorini all’anno. Il denaro versato dal Comune fu investito in terreni intestati alla Prepositura di S. Biagio e alla Arcipretura di S. Andrea.

 

Per facilitare al Prevosto la sua missione di bene, i nostri municipalisti, con le rendite superflue del Monte di Pietà, eressero nell’Ottobre del 1661, 4 Cappellanie, fondarono due posti in Seminario e provvidero a due Chierici, o Sacrestani in San Biagio funzionanti secondo un Capitolato del 1602. I Cappellani aiutavano il Prevosto nella cura delle anime, Catechismo, Celebrazione della Messa, Vespro alla domenica e feste di precetto, l’Ufficio in determinate solennità.

A queste Cappellanie si aggiunse un nuovo beneficiato in aiuto del Prevosto con l’obbligo principale di celebrare la Santa Messa nei giorni festivi nella Chiesa rurale di S. Lucia, restaurata nel 2008 con le offerte della Parrocchia e l’aiuto consistente dell’8 per mille; ora è veramente un gioiellino. La Chiesa di S. Lucia era stata ufficiata fino al 1662 dai Riformati Conventuali, preceduti da altre famiglie francescane. Degni di ricordo sono i Padri Cappuccini che in Santa Lucia fondarono nel 1528, il secondo Convento dell’Ordine. I membri di questo piccolo Convento parteciparono al Convegno dell’ACQUARELLA, presso Fabriano, ed uno dei Padri residenti a Santa Lucia, contribuì alla Compilazione delle Costituzioni dell’Ordine Cappuccino.

 

Esaminando i documenti raccolti, si resta davvero ammirati dall’attività svolta dai nostri predecessori, compresi gli amministratori Comunali i quali si accollarono i tanti oneri, prima per la costruzione della Collegiata (Antica, Braccesca, Collegiata attuale) e poi per il mantenimento del clero e lo svolgimento delle funzioni e predicazioni più importanti, perché agli abitanti non mancassero gli aiuti spirituali indispensabili per il loro perfezionamento. Degni di elogio i provvedimenti presi per un completo ed esauriente svolgimento della vita parrocchiale, sia prima, che dopo l’erezione della Chiesa Collegiata. A questi provvedimenti ha preso sempre parte l’Amministrazione Comunale del tempo. Questo può essere un esempio ed un incoraggiamento per gli Amministratori attuali.

La fede aiuta ad essere bravi cristiani e bravi cittadini.

La Collegiata è un dono procurato a Pollenza (Monte Milone) dal Comune, promotore e sostenitore principale dei relativi oneri.

Il Papa Benedetto XIV con la Bolla “Coelestis Agricola” , emanata da S. Maria Maggiore in data 15 settembre 1749, elevava la Chiesa Parrocchiale e Matrice di San Biagio alla dignità di Collegiata Insigne, retta da un gruppo di ecclesiastici diocesani (Capitolo) con la figura preminente del Prevosto.

Le vicende della Collegiata sono anche state le vicende della nostra Parrocchia perché la Parrocchia di S. Andrea era poco numerosa e con poco territorio.

Nel 1919/20 parte del territorio della Prepositura fu concesso alla Cappellania Curata di Rambona; successivamente altro tratto di territorio fu concesso alla nuova Parrocchia di S. Giuseppe di Sforzacosta e alla nuova Parrocchia del Sacro Cuore (Stazione di Pollenza) sorta intorno alla Chiesetta di S. Maria di Loreto (1922) e successivamente per opera di con Lorenzo Ferroni arricchita dell’attuale Chiesa Parrocchiale con tutto il complesso pastorale.

 

Ritornando alla nostra Prepositura, la vita Parrocchiale, provveduta ed alimentata con tanta cura e tante iniziative sapienti e provvidenziali, ricevette un colpo mortale con le leggi eversive del 1866. Soppressa la Collegiata, i beni dei relativi Canonici furono indemaniati e non potuti riscattare nonostante tre cause intentate al Municipio per la rivendicazione dei beni soppressi.

Le cause terminarono con una transazione e i terreni della Collegiata furono utilizzati per la costruzione del Teatro.

I Parroci rimasero privi dei beni immobili e anche della casa parrocchiale, demolita per dare ampia visuale alla nuova Collegiata. Un duro colpo, di cui la popolazione allora come oggi, non sempre ha saputo e sa rendersi conto. Ed è un vero elogio per i Parroci l’essere rimasti fedeli al loro posto e continuato a lavorare, nel miglior modo possibile, per la gloria di Dio e il bene dei fedeli.

 

Nel corso dei secoli la popolazione agricola è fortemente aumentata: è passata da 607 persone nel 1600 a circa 5.000 e quella del centro ad un migliaio di abitanti. E’ stata necessaria una revisione completa della vita parrocchiale per uniformarla ai bisogni, alle abitudini, alla mentalità dei tempi presenti.

 

Il Vescovo Mons. Agnani nel 1945 affidò l’intero centro storico alla Parrocchia di S. Andrea, trasferita da tempo nella Chiesa di S. Francesco e S. Antonio.

Il territorio rurale fu diviso tra la Prepositura di S. Biagio e le sue due Vicarie: Rotelli e S.Lucia.

Nel 1963 le due Parrocchie sono state unificate con un unico Parroco ed è l’attuale Parrocchia S.Andrea Apostolo.