• Parrocchia Sant'Andrea Apostolo di Pollenza
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Inizio Sant'Antonio e Francesco

La Pala di S.Antonio

di Lorenzo d’Alessandro (1496).L'immagine dello spirito.

 

La cultura figurativa italiana ha vissuto tra la fine del XIV secolo e la metà del XVI una delle stagioni più straordinarie di tutta la storia dell'arte: il Rinascimento. Il fervore creativo di quel tempo ha di fatto dischiuso le porte sull'età moderna. L'uomo torna al centro dell'universo ed ogni sua opera è permeata dall'ideale senso dell'armonia e dal ritorno al classicismo. Nascono così i capolavori, quelle sublimi opere considerate ancor oggi modelli di stile e di perfezione.

Nelle Marche l'arte troverà in Raffaello la sua massima espressione.

 

In provincia non mancheranno autori di prestigio che hanno dato contributi preziosi al rinnovamento del linguaggio dell'arte.

 

Nei primi anni del 1400 a San Severino si formò una importante «scuola» detta dei Fratelli Salimbeni, con accenti intimamente popolari, seguendo la narrativa ornata dei vecchi codici miniati d'oltremare. Con la loro pittura Lorenzo e Jacopo Salimbeni determinarono una rottura stilistica e formale rispetto al passato. Dopo mezzo secolo, Lorenzo d'Alessandro (1462 - 1503) ne segue le tracce, perfezionandone le forme e assimilando gli orientamenti di scuole come quella Fiorentina e quella Veneziana.

 

Dalla prima coglie il disegno, il chiaroscuro e il colore, dalla seconda i fondi oro e lo spirito che il Crivelli aveva diffuso nelle Marche. La sua formazione è anche debitrice degli influssi della scuola camerinese del XV secolo. In sintesi, un percorso creativo, il suo, che è riflesso della fioritura artistica del tempo e di una coscienza, limpida e coerente, che ha plasmato l'intera sua produzione.

 

Quando, sul finire del 1496, Lorenzo d’Alessandro dipinge la tavola raffigurante «S. Antonio di Padova e la Vergine, nello sfondo il paese di Pollenza», è nella pienezza di una maturità artistica che allo stile tradizionale, tutto basato sulla ricerca naturalistica, la cura dei particolari e la funzione del colore, abbina un nuovo rigore formale di fulgida ispirazione: il segno è incisivo, stringente, il colore tenue, delicato, la luce morbida, avvolgente. Ne scaturisce un sorprendente rilievo plastico e cromatico che viene ad esaltare la modellazione ampia ed espressiva del viso e ad evocare attraverso lo sguardo teso e profondo del santo un sentimento e una spiritualità straordinari, in linea con una ascesi di grande intensità e meraviglia. Osservando l'immagine si ha la sensazione che Lorenzo imprima sulla tela il suo forte credo e il nobile sentire, l'uno e l'altro simbolicamente raccolti al limite fra il reale e l'ideale. Quei tratti somatici così spontanei e luminosi ci appaiono unici e originali: in essi si sente vibrare il transfert della condizione umana ed ogni segno, ogni colore sembra scandire momenti elevati di comunione dell'essere con l'assoluto.

 

Il dipinto si distacca perentoriamente dalle forme pittoriche del tempo ed assurge a livelli altissimi di qualità tanto da assurgere ad opera d'arte d'interesse nazionale.

 

Fra tutte le sue opere, il S. Antonio di Padova e la Vergine è forse il dipinto più autentico e originale, non solo sotto il profilo formale, cromatico e luministico ma soprattutto per quella atmosfera trasparente di umanità e di virtù che si modula nel contesto di una visione trascendente della realtà naturale ed umana.

 

Nel dipingere la tavola, il maestro severinate raggiunge vertici assoluti, sia per tecnica che per contenuti. Con il suo pennello egli riesce a cogliere l'ansia di un'intera comunità, quella dell'antica Monte Milone flagellata dalla peste, ne interpreta la fede e il sentimento, dando risposta ai dubbi, certezza alle speranze, nella simbiosi estrema tra il contingente e il perenne.

 

Ancor oggi, a distanza di cinque secoli, il dipinto conserva tutto il suo fascino e la sua virtù. È come se da quel lontano dicembre 1496 l'immagine del Santo abbia continuato ad emanare sul territorio una sorta di fluido benefico e consolatorio. Come manna dal cielo per il popolo d'Israele.

 

Alvaro Valentini.