L'ultima edizione del giornale della Parrocchia Sant'Andrea Apostolo Pollenza.
ORGANIZZAZIONE DELLA PARROCCHIA
La nostra Parrocchia ha più di 3500 persone ed ha un territorio molto grande, con realtà diverse, con una storia e tradizioni proprie. Per questo è divisa in 4 zone pastorali.
Fu costruita in stile romanico, migliorata verso la metà del 1200, donata dai Benedettini Rambonesi a San Francesco, secondo una antica tradizione, ospite nell'Abbazia nel viaggio del Santo da Forano a Sanseverino. E' certo che i conventuali di San Francesco vi s'insediarono nel 1285, dedicando la chiesa a San Francesco, quando ancora chiesa e ospizio erano isolate sul colle pollentino, divenuto poi al tempo dell'Albornoz, sede del paese attuale. Subì il saccheggio e l'incendio nel 23 agosto del 1443 dalle truppe di Ciarpellone, capitano dello Sforza.
Nel 1784 assunse le attuali fattezze (l’interno, un bel barocco, si presenta come un vano a pianta longitudinale a navata unica con volte a botte scandite da lesene ioniche) ad opera dell’architetto Padre Giuseppe Tranquilli e la nuova chiesa venne inaugurata il 20 novembre del 1790.
In quell’occasione l'immagine miracolosa di S. Antonio di Padova, dipinto su tavola, opera del pittore Lorenzo d’Alessandro, fu collocata nell'abside, dietro una artistica iconostasi di legno dorato.
Dal 1795 al 1845 funzionò come Collegiata, essendo questa in costruzione.
Nelle pareti laterali dell’unica navata, furono costruiti quatto altari con grandi quadri di un certo valore artistico. Vi si vedono raffigurati: 1) La Madonna del Carmine con il Pontefice Urbano, San Francesco e altri Santi; 2) La Madonna Immacolata con San Bonaventura e Santa Margherita da Cortona; 3) La Divina Pastora con San Giuseppe da Copertino e San Pacifico Divini; 4) Il La navata misura m.33 per m.10.SS. Crocifisso. |
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Le due lapidi oramai annerite, l’una presso l’altare del Crocifisso, l’altra presso l’altare della Madonna del Carmine ricordano i concittadini Agostino Lazzarini, uno dei primi avvocati Concistoriali di Roma, molto munifico verso il Tempio e l’Ordine dei Minori e il Terziario Francescano Sante Saccone, morto in concetto di santità, ricordato anche in una lapide sopra la porta d’ingresso al corridoio.
Altre 2 lapidi più piccole ricordano: l’una l’indulgenze di cui è arricchito l’altare del Crocifisso, l’altra la fondazione della Pia Unione della Madonna del Carmine.
C’è anche un bellissimo organo opera dei Callido di Venezia.
Vi ha celebrato più volte S. Vincenzo Maria Strambi, ospite della nobile famiglia Ricci.. Decorata con finti marmi, nel 1858 fu consacrata dal Vescovo diocesano Zangari e dedicata ai santi Francesco e Antonio. Notevole il culto a S. Antonio venerato nel dipinto su tavola del pittore Severinate Lorenzo D'Alessandro e datato 1496, data della liberazione miracolosa del paese dal flagello della peste. Nel VII centenario di S. Antonio fu inaugurata l'artistica facciata del Bazzani, cornice al gioiello del portale gotico originale.
Lungo il corso dei secoli, il tempio ha subito trasformazioni e rifacimenti secondo i vari stili romanico – gotico – barocco.
Del primo periodo, l’originario, rimangono l’abside esterna, una finestra con arco a tutto sesto, lungo la traversa San Francesco, l’arco d’ingresso al chiostro, la duplice disposizione dei mattoni a dente di sega nel cornicione della facciata e nell’interno dell’edificio conventuale, ora casa parrocchiale; la struttura delle colonne quadrate ed infine le modanature finali del piccolo chiostro.
Del periodo gotico si conserva il portale in pietra con arco trilobato e forte strombo formato da colonnine e pilastri quadrangolari. Alla sommità dell’arco acuto esterno v’è una croce gemmata, mentre nel pilastro destro, si legge la data di esecuzione, Anno Domini 1377 – Indictione secunda.
LA FACCIATA MONUMENTALE.
La facciata vuol essere un atto di omaggio al Compatrono S. Antonio, mediante la glorificazione dell’Ordine Francescano, a cui il Santo è appartenuto.
L’iniziativa del monumento si deve al Concittadino Sig. Cesare Scolastici che ha voluto fortemente l’opera (1907 – 1931), eseguita dall’Ingegner Cesare Bazzani con la collaborazione di grandi artisti del tempo: il decoratore Giulio Bargellini, lo scultore Mario Sabatelli, la Ditta Gabrielli Egidio di Macerata nella lavorazione della pietra e dei marmi, la Ditta Monticelli di Roma per i mosaici, i muratori Fammilume Francesco e Nazzareno Cento.
La facciata, larga m.12 ed alta m.18, è tripartita, in corpi centrale e laterali, da lesene terminanti col sostenere il cornicione orizzontale, ricco di eleganti modanature e mensole. Nel corpo centrale un ampio arco ogivale sporgente sembra proteggere l’antico portale. Esso è sostenuto da due ornate mensole poggiate sul grande piedistallo. Lo sovrasta un timpano ornato di modanature e masse di fiori con intrecci di corde, a capo si esso signoreggia la protettrice dell’Ordine Francescano: l’Immacolata. Dietro all’Immacolata c’è un grande rosone che trasmette all’interno del tempio attraverso gli spazi limitati da colonnine disposte a raggi.
Il riquadro è in mosaico con figurazioni simboliche della teologia e della filosofia. Nei tronetti sono collocate statue di bronzo raffiguranti i rappresentanti del 3° Ordine Francescano. Sopra il riquadro sono elevate tre nicchie da una parte e dall’altra che con archi a trilobi si uniscono al cornicione. Medaglioni e relativi stemmi sono incastonati nei terminali superiori delle lesene aderenti al cornicione e figuranti personaggi del Primo Ordine.
La nuova opera d’arte, con la Cripta di Rambona e la Collegiata di San Biagio costituisce uno splendido trittico di cui possiamo gloriarci.
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